domenica 29 aprile 2012

Occupy Teatro San Martino




Il teatro San Martino di Bologna chiude. L’ennesimo in Italia e l’ennesima sconfitta per la città che un tempo chiamavano “la Dotta”.

Questo spazio, nel pieno centro di Bologna, si è occupato per anni di produzione, promozione e formazione di realtà artistiche contemporanee.

Chi scrive è un gruppo di nove attori emergenti, che proprio in questo teatro si è formato e che in piena autonomia, per propria iniziativa ed autofinanziandosi, ha deciso di dare vita dal 3 al 5 maggio a una 3 giorni di eventi.

La fine di questa realtà è per noi motivo di grande scoramento. Vediamo calare un sipario sul nostro futuro anche di spettatori e non vogliamo restare in silenzio. Abbiamo pensato nel nostro piccolo di abitare il teatro per tre giorni e dare voce ad artisti e cittadini.

La cultura può farsi baricentro di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale. Crediamo nella cultura.

Crediamo che anche in tempo di crisi una soluzione si possa e si debba trovare.

Bologna è stata per anni crocevia culturale e sede di incontri e scontri in merito.Ora camminiamo sulle sue ceneri.La cultura può tornare al centro solo se continuiamo a praticarla, a invocarla e soprattutto a trovarla.

Noi vogliamo fare di questi tre giorni motivo di riflessione, condivisione e festa artistica, accogliendo idee, cercando di capire se può nascere un nuovo confronto fra le diverse realtà artistiche cittadine e non, individuando proposte partecipate o comuni.

C’è chi crede, chi resiste, chi vuole non restare passivo. Ci chiediamo anche se esistano istituzioni che vogliano davvero incentivare, sostenere e dare rilevanza a ciò che fa di una città (e dunque del mondo) un luogo civile e umano.

Invitiamo tutti i cittadini di Bologna, gli artisti, gli studenti, i professori, i critici ed i giornalisti ad intervenire, “nelle libertà della loro proposta”, secondo la formula delle stagioni del Teatro San Martino.

Invitiamo tutti a sostenere l’iniziativa: un teatro che chiude è la perdita di un diritto.Di tutti.Grazie.

Gli allievi del percorso di formazione per attori del TSM: Barbara Sedda, Cecilia Lorenzetti, Federico Brocani, Franςoise Bougault, Lara Monterastelli, Laura Pompetti, Marta Sappa, Pietro Piva, Rossella Cabiddu.

Info: laformazione.09@gmail.com

Il facebook di Teatro San Martino Esiste

Il blog del Teatro San Martino Esiste



Prime adesioni:

Francesca Mazza, Bologna (attrice), Giulia Allegrini (attrice e formatrice gruppo Krila teatro dell’Oppresso Bologna), Fiorenza Menni, Bologna (attrice, teatrino clandestino), Alessandra Frabetti, Bologna (attrice), Daria Balducelli (operatrice), Roberto Capaldo (attore,Milano), Attilio Scarpellini (critico, Roma), Roberto Rinaldi (direttore rumorscena), Davide Strava (attore e regista), Leggere Strutture (compagnia),Donata Allegri (attrice), Carla Vitantonio (attrice), Sergio Rotino (giornalista e poeta), Pierluigi Musarò (attore), Maristella Martella (tarantarte), Ambra Senatore (danzatrice), Eloisa Gatto (attrice teatro dei gatti), Marco Cavicchioli (attore e formatore), TPO (centro sociale), Claudio Morganti (attore regista), Silvia Demozzi ( attrice e formatrice Gruppo Krila-Teatro dell’Oppresso, Bologna), Samanta Musarò, (operatrice di Ong e formatrice Gruppo Krila-Teatro dell’Oppresso), Compagnia teatrale Motus, Bartleby (centro sociale), Simone Nebbia (critico), Marco Sgrosso (attore e regista), Graziano Graziani (critico), Elena Bucci (attrice e regista), Sassiscritti, Porretta Terme (associazione culturale), Stefano Tè (registra Teatro dei Venti, Modena), Maurizio Cardillo (attore e regista), Azzurra D’Agostino (poetessa e giornalista), Filippo Pagotto (attore), Elisa Del Prete (curatrice d’arte), Alessandro Tolomelli (Ricercatore Università di Bologna e Formatore Teatro dell’Oppresso Ass. Krila), Fabrizio Pallara (regista teatro delle Apparizioni,Roma), Giacomo Giuggioli (Ufficio stampa nuova scena Arena del sole teatro stabile Bologna), Massimo Marino (critico teatrale e docente a contratto Dams), Marzena Borejczuk (traduttrice, cracovia), Daniele Timpano (autore e attore, Roma), Emma Dante (attrice e regista), Carmine Maringola (attore), Compagnia Sud Costa Occidentale – la Vicaria di Palermo, Vincenzo Bagnoli (poeta), Simona Nannetti (coreografa compagnia dell’Invisibile), Dina Basso (poetessa), Sandro Lombardi, Firenze (attore e regista), Alessandra Cava (poetessa), Federico Palma (presidente arci Bologna), Simona Bertozzi (danzatrice), Mariagiorgia Ulbar (poetessa), StikKereballa,Bologna (gruppo musicale), Teatro della Madonna (Firenze), Teatro dei Colori, Teatro della Ginestra, Angelo Trabace (musicista e cantautore), Compagnia Nuovi, Compagnia dei Teatranti, Teatro delle condizioni avverse, Trilly Billi (attrice), Daniele Ronco (attore), Enrico Ruscelli (attore), Alessandro Di Nunzio (musicista), Diego Gandolfo (attore), CASABLANSKY ( Blues band), Domenico Caliri (musicista, Bologna), Lunaquiches (compagnia di acrobatica aerea, Bologna), CONCRETE BOLOGNA ELETTROACUSTICA, Silvia De Ronzo (danzatrice), Alessandro Zanchettin (formatore Gruppo Krila-Teatro dell’oppresso, Santarcangelo di Romagna), Rita Frongia (attrice), Anna Amadori (attrice), Andrea Paolucci (regista e direttore di ITC Teatro San Lazzaro, Bologna), Pietro Floridia (regista, ITC Teatro San Lazzaro,Bologna), Nicola Bonazzi (regista e drammaturgo, ITC Teatro San Lazzaro, Bologna), Ferai Teatro, Quartu Sant’Elena, Teatro Sociale, Pescara, Teatro degli Spiriti, Palermo, Teatro Fantasia, Bari, Cesare Ronconi (regista, Cesena), Mariangela Gualtieri (poetessa, Cesena)

QUEERING #OCCUPY! Una giornata di co-spirazione lesbica, frocia, trans e femminista nella crisi




Bologna_5 maggio 2012_dalle 10 alle 18 @ Bartleby, via san petronio vecchio 30

Molte donne, lesbiche, trans e froce nella crisi vivono uno stridente paradosso: molto spesso discriminate e invisibili, quando non sono estromesse dal mercato del lavoro, si ritrovano a essere ricercate e sfruttate nelle nuove forme del lavoro biopolitico proprio in quanto donne e froce. Veniamo as-soggettate e ci as-soggettiamo perché si dice che siamo più creative, più comunicative, più disposte all’ascolto e alla mediazione, che sappiamo presentarci meglio e sorridiamo di più. In quanto gay e lesbiche, si presuppone che non abbiamo legami familiari che ci distolgano dalla dedizione al lavoro, mentre ci viene richiesto di estrarre plusvalore dalle nostre reti di relazioni per poi regalarlo al capitale. In quanto donne, sia dalle pelose retoriche pari opportuniste di governo sia dal neoperbenismo femminile alla *se non ora quando*, veniamo trasfigurate in icone sacrificali di madri eroiche e docili mogli in grado di conciliare produzione e riproduzione, per poi scaricare integralmente sulle nostre spalle il peso dello smantellamento del welfare, dimissionarci se rimaniamo incinte e appesantire la gerarchizzazione tra donne native e migranti nel lavoro di cura. In quanto trans siamo ancora estromesse/i dal lavoro o incluse/i in ruoli ipersessualizzati.


Ma quello che ci colpisce, in particolare, è come, nel contesto della disoccupazione di massa, le retoriche di genere siano utili solo a dare una patina di responsabilità sociale a un governo tecnocratico che esegue i dettami della BCE e della finanza, e come, in definitiva, servano a camuffare la spietata transizione in atto, ora sul versante delle politiche di ristrutturazione del capitale, ora sul versante del controllo delle condotte sessuali. Sappiamo bene, per averlo sperimentato sulla nostra pelle, che il blablabla sul «fattore donna» come volano della crescita e dello sviluppo e sul «diversity management» come strumento di inclusione sociale, non porta affatto un maggiore riconoscimento delle differenze ma soltanto un’intensificazione dello sfruttamento e dell’impoverimento per il 99 per cento di donne e queer. E lo sappiamo da molto prima che la mancanza di diritti e tutele diventasse una condizione generalizzata del lavoro “femminilizzato”.

Per questo, nelle lotte froce, trans e femministe, uno sguardo sulla crisi è indispensabile. Per evitare di essere ricondotte a spazi di compatibilità che si servono di noi per legittimare il sistema, concedendo briciole e lusinghe a qualcuna di noi sul piano dei diritti civili o sociali, per poi schiacciarci tutte nel ricatto del debito e della precarietà. Per questo, nelle lotte sociali contro il debito e per il diritto al reddito, il tratto di genere e gli aspetti biopolitici e sessuati delle dinamiche economiche devono diventare centrali. Perché è l’unico modo per riuscire a pensare nuove forme di lotta e resistenza adeguate alle nuove forme della (ri)produzione globale.

Oggi, di fronte alla crisi che investe oltre alle nostre vite anche la sovranità statuale, la rappresentanza e le forme tradizionali della politica, facendo saltare definitivamente anche qualunque velleità di lobbismo integrazionista lgbt, è venuto il momento di agire pratiche comuni a partire dalla complessità e dalla molteplicità delle nostre collocazioni di genere e situazioni sessuali per convergere verso le lotte precarie per il reddito e per il diritto all’insolvenza del debito. Occorre mettere al centro, per chiunque voglia cogliere le opportunità di trasformazione e sovvertimento, la necessità di comprendere e decostruire le categorie di sesso – genere – sessualità a partire da una prospettiva che consideri i binarismi come dispositivi che servono a sostenere l’eterosessualità normativa e a stabilizzare l’attuale organizzazione sociale lungo le linee della razza e del sesso.

Cosa accadrebbe, se dentro ai mille rivoli della precarietà diffusa in cui è frammentato il lavoro, dentro al lavoro sessuale, al lavoro di cura retribuito e non, praticassimo uno sciopero dai generi,
cioè uno sciopero da tutte le aspettative, ripetizioni, atti, ruoli con cui quotidianamente (ri)produciamo l’ordine costituito dei generi e con esso l’ordine costituito tout court? Come suggeriva il *Manifesto per l’insurrezione puta-lesbo-trans-femminista* diffuso nel 2010 da numerosi collettivi spagnoli, infatti, è arrivato il momento di interrogarci sul fatto che se tutti e tutte nella vita di ogni giorno produciamo continuamente genere, sarebbe meglio che producessimo libertà.

Nell’incontro *Manovre ingen(d)erose* organizzato a Milano dai collettivi Ambrosia e Queer against racism il 30 marzo scorso, sono emerse alcune analisi e prospettive che sentiamo l’urgenza di rilanciare insieme, qui, ora, altrove e nel tempo a-venire: la rivendicazione di un reddito universale incondizionato come reddito di autodeterminazione, lo strumento dell’inchiesta come (auto)inchiesta sulla vita, la valorizzazione delle forme di mutualismo e autorganizzazione del welfare che già oggi costruiamo nelle nostre reti, lo sciopero dai generi come sciopero sociale e precario.

Su questa traccia aperta, al grido di “queering occupy!”, invitiamo a discuterne con noi il 5 maggio a Bologna tutti quei gruppi e singolarità che in varie parti d’Italia, condividendo la rabbia e l’insofferenza per un sistema economico che colonizza e disciplina austeramente le nostre vite, sentono la necessità di agire per una favolosa trasformazione corporea sociale e sessuale dell’esistente.

Rete PutaLesboTransFemministaQueer
Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti Barattolo Fuoricampo Lesbian Group Frangette Estreme Mit Sexyshock Mujeres Libres…e altre singole favolosità

Per info: infosmaschieramenti@inventati.org – reteputa.bo@gmail.com

mercoledì 18 aprile 2012

KAIROS DA BERE_domenica 22 aprile



Domenica 22 aprile torna l’appuntamento con Kairos.Da.Bere: un lunghissimo aperitivo con cena vegan, la performance spazio_aereo_teatrale Kill The Habitus delle Lunaquiches, una consolle condivisa da dj* di Radio Kairos e del MIT_movimento identità transessuale.

Domenica 22 aprile Radio Kairos è da bere – frequenze modulari senza ghiaccio.


Radio Kairos 105.85 fm
www.radiokairos.it

:::aperitivo & vegan delicatessen

:::djset – Hobo (Kairos) + DJ X (MIT)

:::desk da favola + info Divergenti festival
con il MIT / movimento identità transessuale

:::KILL THE HABITUS_di LUNAQUICHES
performance spazio_aereo_teatrale

Presentato alla scorsa edizione del Gender Bendre Festival, “Kill the Habitus” è una performance spazio_aereo_teatrale alla ricerca della definizione dell’essere donna. Tra l’Acrobatica Aerea, la Giocoleria, la Musica, il canto, il Teatro e la Danza, Le Lunaquiches inventeranno nuove armonie e nuovi scenari per la serata in un setting creato appositamente per loro e per le loro atmosfere di tessuto.


KAIROS DA BERE
domenica 22 aprile
H 19 / 24
TPO_via casarini 17/5

lunedì 16 aprile 2012

STLS live @ Atlantide martedì 17 aprile




Le due batteriste STS e Lisa Shonberg si incontra al Rock'n'Roll camp for girls di Portland, campeggio no profit per ragazze nato nel 2001: entrambe vi tengono lezioni e conducono workshop di batteria utilizzando la musica in un'ottica di empowerment per le partecipanti. Durante una pausa delle lezioni, improvvisano un set con 2 batterie che suonano stando in piedi una di fronte all'altra: scatta subito una sinergia che dà vita al progetto STLS.

STLS ad Aprile attraverserà l'Europa: saranno a Bologna martedì 17 aprile ospiti di Atlantide, per un workshop aperto a chiunque sia dotat* di bacchette ed un live per sole batterie.

STS _ the haggard, winter solstice puppet show band, cadallaca
Lisa Shonberg _ explode into colors, kickball, sielaff/schonberg

martedì 17 aprile @ ATLANTIDE
cassero di Santo_Stefano

H 19 aperitivo mangereccio
H 21 workshop di batteria – portati le bacchette!
H 21.30 – STLS live

free entry
info: terzogenere@yahoo.com






il podcast con l'intervista a STLS realizzata per Queer Laundry su Radio Kairos






venerdì 6 aprile 2012

30 anni da favola: speciale legge 164 - il podcast







A 30 anni dall’approvazione della legge che in Italia consente il cambiamento di sesso, Radio Kairos dedica uno speciale alla 164 per capire che cosa è cambiato dall’82 ad oggi, che cosa significa depatologizzare la transessualità, quali sono i percorsi clinici, quali le prospettive politiche e giuridiche verso il convegno del 14 aprile in Santa Cristina.

Con Porpora Marcasciano, Presidente del MIT – Movimento Identità Transessuale; Cathy La Torre, avvocato; Enza Costantino, biologa e ricercatrice del Sant’Orsola.







mercoledì 4 aprile 2012

OUT PUT - prove tecniche di resurrezione queer


domenica 8 effettivamente è pasqua - immagino che quello che accadrà al kinder garten possa essere considerata una rivisitazione pagana del rito: ad officiare in chiave performativa sarà Benjamin Dukahn nelle vesti del suo alter ego femminile BurgerGirl, in consolle troverete le nostre ospiti romane LadyMaru + Iva&TheToyGeorge.

OUT PUT - prove tecniche di resurrezione queer.

lunedì 2 aprile 2012

Brindisi con Boia - l'intervista di Radio Kairos a Martina Palmieri






L'intervista di Radio Kairos a Martina Palmieri di Gruppo Elettrogeno su “Brindisi con Boia”, lo spettacolo teatrale con attori vedenti, non vedenti ed ipovedenti che andrà in scena mercoledì 4 e giovedì 5 aprile al TPO – Teatro Polivalente Occupato in via Casarini 17/5 a Bologna.

L''Associazione di promozione sociale Gruppo Elettrogeno - Orbitateatro presenta Brindisi con Boia - primo studio, evento teatrale liberamente tratto da Colloquio notturno con un uomo disprezzato, radiodramma di Friedrich Dürrenmatt.

Lo studio verrà messo in scena da Orbitateatro, compagnia formata nel 2011, a tre anni dal primo incontro de L'arte della trasformazione - Il teatro o della mutazione dello sguardo, laboratorio teatrale rivolto a persone vedenti, ipovedenti e non vedenti, condotto da Gruppo Elettrogeno in collaborazione con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, la sezione provinciale di Bologna, l’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza di Bologna e l’Associazione per la promozione sociale dell’arte OGK.

Dall'idea centrale dell'incontro tra un boia e uno scrittore hanno preso forma mano a mano i temi e i personaggi che danno corpo all’azione teatrale. Il giovane boia, la donna con rossetto, la prossima vittima, la donna dello scrittore, il boia adulto, ecc. nascono dal lavoro di scrittura scenica al quale gli allievi attori (quasi tutti al loro esordio sulla scena) si sono dedicati, e testimoniano il lavoro svolto col fine di valorizzare e sviluppare l'identità artistica degli interpreti, attraverso il serrato dialogo tra il loro individuale modo di vivere l'esistenza e quello dei personaggi.

La selezione di un boia e l'individuazione delle vittime, la dicotomia vittima/carnefice, sono, tra gli altri, i temi messi in scena, letti e riletti attraverso i possibili sguardi dell'ironia e del dramma, e attraverso i linguaggi del teatro, del video e della scrittura.

Le differenti predisposizioni sensoriali hanno favorevolmente condizionato la ricerca teatrale, mettendo in evidenza le possibilità stilistiche e una lettura differente dell'estetica scenica che ha mutato e sviluppato tutto il processo drammaturgico fino ad arrivare alla realizzazione del Brindisi.

L’evento è proposto dalla Associazione di promozione sociale Gruppo Elettrogeno, in collaborazione con l’Associazione per la promozione sociale dell’arte OGK, l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti sezione provinciale di Bologna, l’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza di Bologna, l’Accademia di Belle Arti di Bologna e con il patrocinio della Provincia di Bologna.

In coproduzione con il Tpo di Bologna.

domenica 1 aprile 2012

UNO SCATTO AL GIORNO - autofinanziamento is the new cool




UNO SCATTO AL GIORNO è il nome del corso di fotografia per ragazzin* che Valeria A*******a e Sara Balestriero hanno realizzato in collaborazione con Planimetrie Culturali.

Lunedì 2 aprile, ci vediamo tutt* al Barattolo Café (via del borgo 16) per un aperitivo in sostegno del corso: spritz come se piovesse, finger_food ed in palio a diverso titolo un pezzetino di tutt* noi - un bacio, un biglietto del bus, una bottiglia di vino, 2 free entry per Burger Girl, un giro in macchina, una telefonata erotica, una lezione di tedesco, un massaggio schiatzu.

Indovinate quale pezzettino di me ho messo in palio.




PRIDE: LA RIVOLTA NON E' UN PRANZO DI NOZZE





Con il pride lesbiche-gay-intersex-trans celebrano l'anniversario della rivolta di Stonewall del 28 giugno 1969. Una rivolta inserita nelle lotte sociali degli anni sessanta di afroamerican*, femministe, operai*, student*. Una rivolta, quella partita allo Stonewall Inn di New York, contro il ghetto gestito dalla mafia in cui le froce erano costrette a stare da uno stato poliziesco e repressivo. Una rivolta contro il controllo dei corpi e delle sessualità eccentriche.
Per anni abbiamo chiesto allo Stato il riconoscimento dei diritti, ma che succede quando dello Stato "sovrano" non resta che un governo tecnico manovrato dalla BCE?
Abbiamo pensato che insistere sulla discriminazione di cui siamo vittime ci avrebbe fatto guadagnare qualcosa, ma il pride, l'orgoglio, non è la vittimizzazione, non è la richiesta di essere integrati fra i "normali", è l'affermazione della propria favolosità e diversità.
Abbiamo pensato che la visibilità sfoggiata il giorno del pride potesse cambiare la cultura... però a tette nude o benvestite? Quanto deve essere "carina" la nostra immagine perché ci apprezzino? E che ne sarà di noi se con la crisi non potremo più permetterci l'estetista, il parrucchiere, la sauna o abiti alla moda? Gli angolini di accettazione sociale che abbiamo strappato sono per la maggior parte legati alla nostra capacità di spendere, di essere consumatori. Ma che succede quando di soldi non ne hai più?
Oggi molte donne, lesbiche e froce vivono in un paradosso...Sono discriminate, invisibili, ma a volte invece si ritrovano a essere ricercate, ipervisibili, apprezzate e sfruttate in certi tipi di lavori proprio in quanto donne o froce: perchè siamo più creative (dicono), più comunicative, di più bella presenza, abbiamo ampie reti di relazioni da mettere a frutto e spesso non abbiamo mariti e figli che ci distolgono dalla dedizione al lavoro. Così tutta la nostra vita è messa a lavoro. Dovremmo esserne contente?
Nel clima di ristrettezze, sacrifici e austerità che si respira, la nostra favolosità rischia di apparire un lusso, rischia di sembrare il superfluo di cui ci occuperemo dopo aver risolto problemi più gravi, o uno scandaloso eccesso di desideri fuori luogo.
In mezzo a tutto questo, cosa vogliamo da un pride? Qual è la nostra rivolta oggi, contro quali poteri? Perché non portarla nelle lotte sociali per il reddito, l'insolvenza, contro il comando del capitale finanziario e frocizzarle? ...Perchè se anche potessi sposarti, come lo pagheresti il pranzo di nozze?
Vi invitiamo a discuterne domenica 1 aprile h 20.30 all'Osteria del barattolo, per costruire insieme percorsi esistenziali e politici sostenibili e favolosi!
Con proiezione di "Sylvia rimembri ancora..." (documentario, 20 min., di No code e Forte Prenestino, 2001), "A present for Sylvia" (10 min. di Porpora Marcasciano e Luki Massa), video di Judith Butler al Pride 2010 di Berlino e al movimento Occupy + altri spezzoni inediti a sorpresa.
Per info: ....

Rete PutaLesboTransFemministaQueer

Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti
Barattolo
Fuoricampo lesbian group
Frangette Estreme
Let's queer
Made in Woman
Mit
Sexyshock
...e altre singole favolosità