domenica 28 novembre 2010

RISVEGLI


Ti svegli alle 6&40 di domenica mattina e la prima cosa a cui pensi – prima ancora di mettere a fuoco che sono le 6&40 di domenica mattina – è che i legami sono fatti della materia più fragile che tu conosca.

Mentre ti alzi e ti vesti producendo la quantità minima di rumore previsto, non riesci a smettere di pensare che ogni legame è un vincolo ed ogni vincolo porta con sé l'ambiguità che ci divide tra il desiderio di onorarne la responsabilità e spezzarne il limite – perchè questo è un vincolo, responsabilità e limite.

Quando sei ormai per strada e constati che trovare un bar aperto per bere un meritatissimo doppio espresso è davvero un'impresa, non trovi niente di meglio da fare che riflettere sull'etimologia della parola legame: a chiunque metterebbe i brividi sapere che ti arrovelli su questioni etimologiche la domenica mattina, a te mette i brividi pensare che il concetto di legame venga dall'idea di cingere, di annodare, di torcere – quasi che non sia concepibile che un legame possa non legarti mani e piedi.

Hai già desistito dall'aspettare un improbabile autobus e sposato l'idea di una passeggiata che concorra a chiarirti le idee, quando ti piovono addosso i tuoi 15 minuti di lucidità: quello che ti sveglia la domenica mattina, la fitta che senti ogni volta che sillabi mentalmente la parola legame, quel retrogusto di frustrazione che ingoi, è la precisa consapevolezza dei tuoi limiti nel presrvare un rapporto.

Trovi l'ultima marlboro del pacchetto e l'accendi: ti vorrei far notare che stai fumando alle 7 del mattino senza neppure aver preso un caffè, ma ormai i tuoi pensieri sono un treno in corsa e non riesci a concentrarti su altro che non sia l'evidenza di quello che succede. E quello che ti succede è che non sei stata in grado di proteggere qualcosa di prezioso, quanto prezioso è un incontro del tutto inatteso ed epifanico, uno di quelli che ti fanno credere che hanno ragione i poeti – perchè davvero ognuno riconosce i suoi.

sabato 27 novembre 2010

sabato 27 novembre BURP! ospite di FRAGILE CONTINUO




quando questa sera arriverai da fragilecontinuo, è probabile che troverai vicolo de' facchini murato: c'è la presentazione del numero 5 di BURP!deliri grafico intestinali, come ti ha ripetuto chiunque nell'ultima settimana.

appena avrai recuperato vale, ti avventurerai verso la mescita di spritz: sorriderai a giovanni in consolle, bacerai in corsa cisco, morderai un orecchio di sonia ed approderai da etta che avrà già la bottiglia di campari in mano.

una volta combattuta la disidratazione, ti spingerai fino in fondo a fragile dove annina&sara si staranno producendo in un notevole live painting: sorriderai, ti complimenterai, incrocerai flavia presa dalle public relations, inciamperai nel triciclo di fragile e rischierai di rovesciare metà del tuo spritz addosso ad alberto - il tuo maestro jedi.

dall'alto della sua magnanimità, alberto ti perdonerà ed inizierete a cospirare attorno alla vostra prossima follia radiofonica. ma non riuscirete a finire il discorso perchè la vostra attenzione sarà catturata dall'arrivo di mino, in piena celebrazione del proprio compleanno: quando ti dirà che sono 33, tu non credergli.

martedì 23 novembre 2010

GIOVEDI' 25 NOVEMBRE CARLO LUCARELLI OSPITE A RADIOKAIROS PRESENTA POLITICAMENTE SCORRETTO 2010


quando giovedì alle 11 ti sintonizzerai su radio kairos come ogni mattina, avrai una sorpresa: scoprirai che carlo lucarelli è ospite de il cavò.

e quando realizzerai che l'ospitata è per presentare politicamente scorretto 2010, il festival di arti che da sei anni viene organizzato a casalecchio di reno, penserai che la scelta non poteva essere più azzeccata.

lunedì 22 novembre 2010

LA SOMALIA NON E' UN'ISOLA DEI CARAIBI - incontro con Mohamed Aden Sheikh



All’interno di un percorso che, attraverso immagini, racconti e incontri condurrà alla scoperta di una terra che ha subito la colonizzazione italiana e che pure l'Italia pare essersi dimenticata, l’incontro di mercoledì 24 novembre sarà dedicato al libro La Somalia non è un’isola dei Caraibi. Memorie di un pastore somalo in Italia di Mohamed Aden Sheikh.

Il dialogo tra il curatore del volume e giornalista Pietro Petrucci, Gian Paolo Calchi Novati (docente di Storia dei paesi Afro-asiatici all’Università di Pavia e direttore Ispi) e Luca Jourdan (docente di Antropologia politica all’Università di Bologna) sarà un’occasione per ricordare, a due mesi dalla scomparsa, la figura di Mohamed Aden Sheikh, uno dei principali dirigenti politici somali nel corso degli anni Settanta, incarcerato durante la dittatura di Siad Barre, e infine stabilitosi in Italia dove ha esercitato la professione di medico.

Il suo libro La Somalia non è un’isola dei Caraibi, che ha riscosso grande interesse da parte del pubblico e degli specialisti di politica internazionale, è un lucido, intenso, a tratti doloroso excursus sulla storia recente della Somalia, filtrato dall’esperienza personale dell’autore, che non manca di offrire le proprie riflessioni sui cambiamenti subiti dal nostro paese negli ultimi decenni, in relazione alla vita politica, alla condizione dei migranti e ai rapporti con l’Islam.

Nell’ambito di
So-Malìa. Immagini, parole, profumi
Mercoledì 24 alle ore 19 presso la Sala Conferenze del Quartiere Santo Stefano – via Santo Stefano 119 la libreria Serendipità e la Biblioteca Amilcar Cabral
La Somalia non è un’isola dei Caraibi. Memorie di un pastore somalo in Italia
Edizioni Diabasis di Mohamed Aden Sheikh

giovedì 18 novembre 2010

LE SHOOTING DOLLZ CI RIPROVANO E DE / GENERE INAUGURA DA FRAGILE CONTINUO


le dollz questa volta non hanno consultato gli astri ed hanno aspettato fino all'ultimo minuto prima di comunicarlo: pare che DE / GENERE inauguri sabato 20 novembre alle 20 tra le pareti (molto) amiche di fragilecontinuo.

ditelo - ma piano piano.

mercoledì 17 novembre 2010

IN PIAZZA DELLA LOGGIA NON E' SUCCESSO NIENTE


il 28 maggio 1974 in piazza della loggia a brescia, non è successo niente. 1 bomba, 102 feriti, 8 morti, nessun colpelvole.

giulietta banzi bazoli, livia bottardi milani, euplo natali, luigi pinto, bartolomeo talenti, alberto trebeschi, clementina calzari trebeschi, vittorio zambarda - non li ha uccisi nessuno.

mercoledì 10 novembre 2010

FESTIVAL DELLA VIOLENZA ILLUSTRATA 2010


dal 5 al 30 novembre a Bologna si terrà la V edizione del festival della violenza illustrata, progetto promosso dalla casa delle donne per non subire violenza: un mese di incontri, proiezioni, seminari, concerti e mostre ad ingresso gratuito sul tema della violenza di genere.

il programma del festival è consultabile online - andiamoci.

martedì 2 novembre 2010

CIAO PAOLO


Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere).

Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.

Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.

Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.

Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969), e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).

Io so i nomi del gruppo di potenti che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il 1968, e, in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del referendum.

Io so i nomi di coloro che, tra una messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neofascisti, anzi neonazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine ai criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista).

Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi bruciavano), o a dei personaggi grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.

Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killers e sicari.

Io so tutti questi nomi e so tutti questi fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.

Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il "progetto di romanzo" sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il 1968 non è poi così difficile.

Tale verità - lo si sente con assoluta precisione - sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio.


Pier Paolo Pasolini
Bologna, 5 marzo 1922 - Ostia, Roma, 2 novembre 1975