domenica 31 gennaio 2010

OPENING ACT



Leggevo nel blog di Matteo B Bianchi che alcuni degli scrittori e scrittici emergenti che gli inviano e sottopongono i propri scritti, sostengono di “scrivere a tempo perso”.

Matteo ne è rimasto ragionevolmente sgomento. personalmente, mi sento orripilata da affermazioni del genere: a volte ho la sensazione che il tempo perso sia quello che non passo a scrivere, magnifica compensazione isterica di cui godo per nulla silenziosamente. Scrivere rientra nell'elenco delle attività psicofisiologiche indispensabili alla mia sopravvivenza come individuo: mangiare, bere, scopare, defecare, dormire, sognare – scrivere.


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